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9 novembre 2005
DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA
Scritto da: Miguel de Cervartes
Compagnia: Gli ammazzacaffé
Durata: 60
Sono nati per gioco don Chisciotte e Sancio Panza, tra le mura di un carcere andaluso, dalla mente di Miguel de Cervantes, soldato e ironico intenditore di sogni chimerici, come nota Borges nell’introduzione all’opera.
Sono nati come due macchiette di un’epopea cavalleresca: uno magro e allampanato, l’altro tondo e tarchiato. Con a seguito un ronzino, vecchio e spelacchiato. Ma acquistano subito una autonomia da personaggi, riflettono l’equilibrio illusorio tra apparenza e realtà. La follia di don Chisciotte non vive di soli sogni. Ha gli occhi ben aperti sulla scena del mondo, ne conosce la tristezza e lo fa cavaliere errante nella speranza di poterla mutare.
Don Chisciotte è un eroe sfortunato che costruisce il suo sogno per dare senso alla vita. Quel sogno che gli dà la capacità di confrontarsi con le avversità, che sono travestite di innocue sembianze (mulini a vento, pecore), ma lasciano a terra pesti e malconci. La sua vita diventa la pazzia, unica realizzazione, unica fama, unico amore, in nome del quale ha la forza di rialzarsi e riprendere la lotta.
Ma può la pazzia di un uomo trascinarne un altro con sé? Può l’amore di uno innamorarne altri cento? Don Chisciotte è concepito per il fallimento e la sua indefinita immagine indefinibile lascia il segno nella mente del lettore.
Vi invitiamo a sellare il ronzino della vostra follia e ad accompagnarci tra le righe di quello che Flaubert definì un libro tanto comico e tanto poetico.